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Rechercher : franz marc

  • A Venise, nous voyons tous les les jours de Venise(Biennale 2013)

    29 Maggio – 29 Settembre 2013
    10-19 tutti i giorni
    Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
    Ingresso libero

    Marc Quinn
    Mostra personale del grande artista inglese
    a cura di Germano Celant

    La Fondazione Giorgio Cini presenta un nuovo importante progetto espositivo aperto al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore dal 29 maggio 2013: Marc Quinn, grande mostra personale a cura di Germano Celant e prodotta in collaborazione con l’artista, che vede una selezione di oltre 50 opere – tra sculture, dipinti, disegni e altri oggetti d’arte – realizzate da Marc Quinn, uno dei più noti esponenti della generazione degli Young British Artists.

    Con oltre 50 opere tra cui  15 mai esposte prima,la mostra dal titolo Marc Quinn è tra le più importanti mai dedicate all’artista. Oltre a celebrare il rinnovarsi della collaborazione tra Quinn e Celant (che risale all’esposizione Garden organizzata da Fondazione Prada a Milano nel 2000), Marc Quinn segna il ritorno a Venezia dell’artista inglese dopo The Overwhelming World of Desire alla Collezione Peggy Guggenheim nel 2003, e ribadisce il crescente interesse della Fondazione Giorgio Cini per l’arte contemporanea.

    «La Fondazione Cini è nota soprattutto per il suo impegno nella valorizzazione dell’arte antica, e in particolare veneta – afferma il Segretario generale Pasquale Gagliardi – ma ha anche dato periodicamente contributi decisivi e di altissimo livello alla promozione dell’arte contemporanea: basti pensare alla grande mostra di Henry Moore del 1995, agli straordinari saggi sull’arte contemporanea di Rodolfo Pallucchini – direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini dal 1972 al 1989 e organizzatore della memorabili Biennali d’Arte veneziane del dopoguerra –, raccolti e pubblicati lo scorso anno, alla recente mostra Penelope’s Labour dedicata ai tappeti e agli arazzi d’oggi. Il progetto Marc Quinn, che segue di pochi mesi l’inaugurazione di Fragile? e l’apertura de ‘Le Stanze del Vetro’ all’arte  contemporanea, è quindi profondamente coerente, da un lato, con le tradizioni della Fondazione Cini, dall’altro con la sua propensione all’innovazione, anche la più provocatoria (come il ritorno in facsimile de Le nozze di Cana di Veronese nel Refettorio palladiano)».

    Marc Quinn ha iniziato la propria carriera esplorando alcuni temi privilegiati, quali il rapporto tra arte e scienza, il corpo umano e i suoi meccanismi di sopravvivenza, la vita e la sua conservazione, la bellezza e la morte. Quinn descrive la mostra come «un’esplorazione del rapporto con il nostro corpo e con il mondo fisico e culturale che ci circonda, cosa significa vivere in un mondo che è reale e virtuale al tempo stesso».

    Nella mostra è possibile ammirare, in uno spettacolare allestimento concepito appositamente per l’Isola di San Giorgio, il ciclo Evolution (2005-07). Questa serie di dieci monumentali sculture di marmo color rosa carne, raffiguranti feti di varie dimensioni in diverse fasi della gestazione, è disposta lungo la discesa che conduce dallo Squero, dove in precedenza si costruivano le barche, all’acqua: un inno al mistero della vita che emerge dalla laguna.

    Un altro omaggio alla natura sono le cinque colossali conchiglie della serie The Archaeology of Art che sembrano chiedere se la volontà di creare arte sia intrinseca nella natura. Forme perfettamente simmetriche, create dalla natura, che celano una strana intelligenza e paiono seguire un ordine a loro superiore. Enormi in termini di dimensioni, ma estremamente dettagliate, queste conchiglie sono tra gli oggetti stampati in 3D ad alta definizione più grandi del mondo, il risultato di un codice digitale emesso da un computer sulla base del codice biologico del DNA che ha creato gli originali. Le conchiglie scolpite nel bronzo giacciono in riva al mare, come cullate dalla marea.

    Infine sarà possibile ammirare una reinterpretazione dell’opera monumentale dell’artista Alison Lapper Pregnant, installata nel settembre 2005 sul quarto plinto al centro della londinese Trafalgar Square (2005-2007). Breath (2012), disposta in prossimità della Basilica di San Giorgio Maggiore per accogliere i visitatori della Fondazione, è una versione gonfiabile dell’originale alta 11 metri. L’opera è stata anche il pezzo principale della cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici di Londra. Breath sembra descrivere il viaggio di un’immagine che diventa parte del discorso culturale, un’immagine senza confini di scala, sorretta dall’alito di chi ne parla, una forma empirica, tanto quanto i famosi autoritratti eseguiti da Marc Quinn con il suo stesso sangue congelato.

    Una scultura di alluminio su grande scala, intitolata The Sound of Silence (2013) è un’installazione mobile di aeroplani e incidenti aerei che volteggiano nell’aria senza mai sfiorarsi. Un’esplosione violenta sospesa nel silenzio, quest’opera rappresenta una diapositiva di un disastro muto, una manifestazione di una delle nostre paure contemporanee più cupe, dal movimento tuttavia ipnotico. Infine, tra le opere inedite, Quinn debutta con una nuova edizione della sua serie Flesh Paintings, iniziata nel 2012, per esplorare il dualismo della bellezza e della repulsione evocate dalla raffigurazione astratta di carne cruda marmorizzata ed enfatizzata.

    La nuova opera è un grande olio su tela intitolato The Way of All Flesh (2013), che vede come protagonista la modella incinta Lara Stone su uno sfondo di carne cruda, a sottolineare l’origine e il fatalismo impliciti nella vita stessa.

    «Le opere di Marc Quinn sono proiettate verso il passato e verso il futuro, dalla nascita alla morte. Sono immagini fluttuanti che raffigurano il corpo, la carne, la felice riproduzione della sua contemplazione, sia in senso positivo che negativo. Esteriorizzano i desideri intimi e le immagini mentali dell’essere umano che transita da una condizione sessuale all’altra e abbracciano sia la vita interiore che quella esteriore – afferma il curatore Germano Celant – Quest’importante mostra personale della Fondazione Giorgio Cini intende contestualizzare la produzione più recente di Quinn per fornire una maggiore comprensione della sua arte, intesa come arte di incarnazione, che mette in primo piano i valori visivi e tattili, mirati alla natura, all’essere umano, ma anche alla luce e alla retina che la filtra.»

     

    Il lavoro concettuale di Quinn si realizza attraverso scultura, pittura e installazioni. Il forte interesse dell’artista per la capacità di metamorfosi sia della natura che della vita umana lo guida verso un’attrazione per la spiritualità innata dell’uomo. Quinn mette in discussione i codici della natura attraverso l’utilizzo di materiali che non accettano compromessi, quali: ghiaccio, sangue, marmo, vetro e piombo. Attraverso l’utilizzo di tali materiali le opere di Quinn esplorano vita, morte, sessualità e religione in modo poetico e allo stesso tempo provocatorio. Quinn trasforma l’atto del semplice osservare, forzando lo spettatore a mettere in discussione quanto lo circonda, spingendolo verso l’ignoto, per favorire la riscoperta.

    In parallelo a Marc Quinn, Skira pubblica per l’occasione una pubblicazione importante, intitolata Marc Quinn Memory Box, a cura di Germano Celant. Il volume di 520 pagine in lingua inglese comprende una conversazione tra Quinn e Celant e delle interviste storiche di Quinn risalenti al 1994. Marc Quinn Memory Box sarà disponibile online e presso la Fondazione Giorgio Cini.

    Per maggiori informazioni su Memory Box: www.skira.net.

    http://www.cini.it/events/marc-quinn

     

  • Festival. Étienne Daho revient aux Vieilles Charrues

     

    Publié le lundi 10 mars 2014 à 12:16.

    Sortir / Musique / Finistère

     

    La programmation des Vieilles Charrues s'étoffe. Sept nouveaux noms ont été dévoilés. Parmi eux, Étienne Daho.

    Les responsables des Vieilles Charrues ont annoncé sept nouveaux noms qui viennent muscler encore la programmation du festival qui se déroulera les 17, 18, 19 et 20 juillet prochains à Carhaix. Parmi eux, Étienne Daho, 30 ans de carrière et 12 albums : « Il maîtrise toujours à merveille une pop new wave sombre et définitivement intemporelle », commentent les programmateurs. Il sera sur scène le dimanche. Dimanche également, Thirty seconds to Mars « une machine live colossale » emmenée par Jared Leto. Les Charrues promettent « une performance redoutablement rock. »

    Par ailleurs, le plateau du jeudi, sur la scène Xavier-Grall, a été entièrement dévoilé. Bakermat, qualifié de nouveau petit génie de l'électro house, Frànçois and the Atlas Mountains, HollySiz pour une touche new wave glamour et sexy, Christine and the Queens. Enfin, Odezenne, hip-hop hybride aux multiples influences et ambiances.

    Tout ce beau monde vient étoffer une affiche soigneusement distillée par les organisateurs du plus grand festival rock de France depuis plusieurs semaines. Ils rejoignent, entre autres, Indochine, The Black Keys, Vanessa Paradis, Fauve (le jeudi), Stromae, Elton John, Franz Ferdinand, Tinariwen (le vendredi), Artic Monkeys, Détroit, Shaka Ponk, Julien Doré (le samedi).

    D'autres annonces suivront dans les semaines qui viennent. La programmation devrait être quasi-bouclée pour la fin avril.

    Tarifs. Pass un jour : 43 €; pass trois jours (vendredi, samedi, dimanche) : 107 €. Hors frais de location. Rappelons qu'il ne reste plus de forfaits quatre jours.

    Bon à savoir

    Vieilles Charrues. Les super-héros font la loi sur le festival [VIDEO]

    Pour cette édition 2012, les Vieilles Charrues avaient décidé de mettre les super-héros à l'honneur. Le message a été reçu cinq sur ...

    Vieilles Charrues. Rover lance le festival en douceur

     Rover, l'une des révélations musicales de 2012 a ouvert, en douceur la 21e édition des Vieilles Charrues. On le connaissait ...

    Vieilles Charrues. Ce qu'on a aimé après deux jours de festival [VIDEOS]

     Alors qu'Irma vient de lancer la troisième journée des Vieilles Charrues on a décidé de jeter un premier coup d'oeil dans ...

    Bob Dylan sera aux Vieilles Charrues !

    Le chanteur Bob Dylan sera bien aux Vieilles Charrues cet été ! Le festival l’a confirmé ce mercredi après-midi.Sur son compte ...

    Quatre bonnes raisons d'aller aux Vieilles Charrues cet été

    Vous étiez beaucoup à l'attendre avec impatience, voilà les Vieilles Charrues ont dévoilé leur programmation complète pour cet été. ...

    http://jactiv.ouest-france.fr/sortir/musique/festival-etienne-daho-revient-aux-vieilles-charrues-28699

  • Gérard de Nerval:biographie

    1808

    Naissance à Paris, le 22 mai, de Gérard Labrunie, fils d'Étienne Labrunie, médecin, et de Marie Laurent. de Nerval n'est donc qu'un pseudonyme.

    1810

    Le 29 novembre, mort de la mère de Gérard. L'enfance de Nerval se passe dès lors à Mortefontaine, chez son grand-oncle. Cette enfance sera évoquée dans de nombreuses œuvre, notamment dans Sylvie, dans Fantaisie et dans les Chansons et légendes du Valois. C'est aussi à Mortefontaine que Gérard aperçoit Sophie Dawes, jeune aristocrate anglaise qui lui apparaît telle une vision.

    1820

    Nerval entre au collège Charlemagne où il fait la connaissance de Théophile Gautier.

    1826

    Nerval commence à traduire le Faust de Goethe. Cet ouvrage le rend célèbre, Goethe lui-même reconnaissant la beauté de la version française de sa pièce.

    1828

    Nerval entre en relation avec les membres du cénacle romantique, notamment Victor Hugo.

    1830

    Nerval participe, le 25 février, à la bataille d'Hernani.

    1833

    Voyage en Belgique.

    1834

    Après qu'il ait reçu un héritage de 30 000 francs de son grand-père, Nerval part pour l'Italie. A la fin de l'année, Nerval aperçoit pour la première fois Jenny Colon, comédienne aux Variétés.

    1835

    Nerval fonde le Monde dramatique, revue qu'il voue à la gloire de Jenny Colon. Dès l'année suivante, la revue fait faillite.

    1836

    Voyage en Belgique avec Théophile Gautier.

    1837

    Nerval avoue son amour à Jenny Colon, mais celle-ci se mariera l'année suivante au flûtiste Louis-Gabriel Leplus.

    1838

    Nerval travaille à un drame, Léo Buckhardt. Voyage en Allemagne.

    1839

    Voyage en Suisse et en Autriche. A Vienne, Nerval fait la connaissance de Marie Pleyel, dont il tombe amoureux, et de Franz Liszt.

    1840

    Traduction du second Faust. Voyage en Belgique. Mort de Sophie Dawes.

    1841

    Suite à des soucis matériels et au surmenage, Nerval fait une première crise de folie.

    1842

    Mort de Jenny Colon. En décembre, Nerval part pour l'Orient (Malte, Égypte, Syrie, Chypre, Constantinople) où il passera presque toute l'année suivante.

    1844

    En septembre, Nerval voyage en Belgique et en Hollande.

    1846

    Nerval travaille à la Damnation de Faust que Berlioz met en musique.

    1848

    En juillet et en septembre, dans La Revue des Deux Mondes, Nerval publie des traductions de poèmes de Heine.

    1849

    Nouvelle crise de folie.

    1850

    Voyage en Allemagne.

    1851

    Publication du Voyage en Orient.

    1852

    En mai, voyage en Hollande puis, en août, dans le Valois. Publication des Illuminés.

    1853

    Publication des Petits Châteaux de Bohême dont font partie les Odelettes. Nouvelle crise le 25 août. La même année, le 10 décembre, Nerval fait paraître El Desdichado.

    1854

    Nouveaux problèmes de santé. Voyage en Allemagne. Publication des Filles du feu et des Chimères. Nerval vit alors dans une pauvreté extrême.

    1855

    Le 26 janvier, Gérard de Nerval se pend, rue de la Vieille-Lanterne.

    medium_bio_nerval.jpghttp://poetes.com/nerval/biograph.htm

  • Pour préparer notre visite de samedi, j'avais lu:Bohèmes

    au Grand Palais

    8,50 € TTC

     
    septembre 2012

    Chantée, filmée, versifiée, exaltée, cent fois déclarée morte et toujours renaissante, la « Bohème » fait partie des mythes modernes. Née au milieu du XIXe siècle, entre Romantisme et Réalisme, elle accompagne une profonde transformation du statut de l’artiste. Désormais le jeune talent ne se place plus sous la protection de quelque prince : il est ce génie solitaire, misérable et incompris qui anticipe les convulsions de
    la société.
    Du phénomène de société au mythe artistique, la figure du bohémien est un sujet de prédilection pour les artistes, nourris du fantasme d’une vie sans attaches et sans règles, intense et sensuelle. Entre séduction et répulsion, ces figures de la liberté et de l’errance peuplent au XVIIe siècle, les oeuvres de Georges de la Tour, Simon Vouet ou Sébastien Bourdon, au XVIIIe siècle, les comédies des théâtres et au XIXe siècle, les
    clairières de Corot, Turner ou Diaz.
    À travers Victor Hugo, Théophile Gautier et Franz Liszt, la génération romantique prend fait et cause pour le vagabond, jusqu’à l’avènement de « l’artiste bohème » exalté par des poètes comme Baudelaire et des artistes comme Courbet, Van Gogh, Satie, Modigliani, Picasso, Manet, source essentielle de l’élaboration du mythe moderne de l’artiste.
    Mais les bohémiens ne sont finalement véritablement tolérés qu’en peinture et le XXe siècle leur vaudra une répression historique avant que le surréalisme n’érige l’errance en une voie de création majeure.

    Par des mises en relations inédites, en s’appuyant sur une vaste iconographie autant que sur les croisements entre les disciplines (peinture, littérature, photographie, musique), cette exposition ambitionne d’apporter un jour nouveau sur cette histoire commune entre tziganes et artistes. Elle éclaire un phénomène qui, de Léonard à Picasso, traverse toute l’histoire des arts et des sociétés, et résonne encore dans le monde contemporain.
    A l’occasion de cette exposition Beaux Arts consacre un hors série sur ce mythe de la bohème et sur la fascination que la nation tzigane a exercé sur l'art et les artistes.


    Informations sur le livre: 60 pages - 22 x 28.5 cm
    EAN : 9782842789404
    Reliure : Broché
     

    Pour Francine et les autres, je précise que cette article n'est pas de moi (lien vers la page citée et si possible son auteur)mais que je suis auteure et que vous pouvez commander mes livres, notamment mes "Paysages de bohémiens" qui a le même sujet que cette expo

    sur laquelle je me documente

    cf. catégorie et sous-partie à ce nom

    et que j'espère voir

    en cliquant sur les 11 bannières de ce blog

  • ”Ursule Mirouët” de Balzac

    Ursule Mirouët est un roman français d’Honoré de Balzac, publié dans le Messager, en août-septembre 1841, puis édité en volume en 1842, dans les Études de mœurs, section des « Scènes de vie de province » de la Comédie humaine.

    Dans cette œuvre très balzacienne, où l’on voit l’innocence et la droiture d’Ursule Mirouët mise à mal par les parents indélicats de son tuteur, le bon docteur Minoret, l’auteur s’étend longuement sur les pouvoirs surnaturels, l’occultisme et la transmission de pensée, qui sont pour lui autant de sujets d’études sérieux. Il cherche d’ailleurs à convaincre le lecteur incrédule en apportant à l’appui de ses dires des références documentaires multiples, des explications, des témoignages se référant aux théories d’Alexis Didier, (voyant célèbre), et aussi à celles de Franz Anton Mesmer. Il montre aussi comment le docteur Minoret, un agnostique, est touché par la grâce et accède à la foi (démonstration qu'il a déjà faite avec le docteur Desplein dans la Messe de l'athée, 1836).
    ursule.jpg

    Ursule Mirouët, orpheline, est recueillie et élevée par le docteur Minoret son tuteur qui se retire à Nemours, après avoir exercé à Paris. Attentif, très soucieux du bonheur de sa pupille, le bon docteur lui fait donner une éducation de grande qualité. Ursule est entourée de l'affection d'un prêtre, du vieux docteur et d'une servante dévouée. À sa mort, le docteur Minoret fait d'Ursule sa légataire universelle. Mais la fortune du vieillard est depuis longtemps convoitée par une parentèle peu favorable à sa pupille. Après la mort du docteur Minoret, alors qu'Ursule est à peine âgée de vingt ans, ces parents-là s'acharnent à dépouiller la jeune fille. Les héritiers potentiels que le docteur comptait dans la ville sont nombreux et plus ou moins en concurrence. Mais comme ils craignent d’être déshérités au profit d'Ursule, à laquelle ils prêtent une rapacité comparable à la leur, ils se liguent contre elle. Ils l’accusent même de sombres intrigues puisqu’elle a réussi à emmener à la messe, et peut-être à éveiller une certaine dévotion chez le vieux docteur jusque-là agnostique. Ils s’inquiètent au fur et à mesure que les rapports du vieillard avec le prêtre deviennent excellents.

    La cupidité d’un des héritiers, Minoret-Levrault, va le pousser à voler des titres de rente destinés à assurer l’avenir de la jeune fille. Réduite à la pauvreté et en butte aux persécutions et manigances inspirées par le coupable, Ursule dépérit, son état de santé fait craindre sa mort prochaine, fort attendue par les plus cupides. On la harcèle de lettres anonymes, de calomnies, de chantage. Mais l’innocence finira par triompher. Soutenue par l’amour de Savinien de Portenduère, et par les amis du docteur, aidée, aussi, par de mystérieuses révélations reçues en songe, Ursule finira par rentrer dans ses droits et par trouver le bonheur qu’elle mérite.

    http://fr.wikipedia.org/wiki/Ursule_Mirou%C3%ABt

  • J'ai fini ce soir:Le ”Magazine littéraire” à cause du sujet de son dossier

    Agenda
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    Vu sur le web
  • Terre à ciel fête juillet

    Un ange à notre table

    Rachel Lascar-Feldman
    Simone Molina
    Florence Noël
    Kenny Ozier-Lafontaine
    Dominique Quélen

    Terre à ciel des poètes

    Marie-Noëlle Agniau
    Hélène Cadou
    Jean-François Mathé
    Marie-Ange Sebasti
    Roselyne Sibille

    L’arbre à paroles
    La vie comme elle va (2)
    Cécile Odartchenko, journal (IV)
    « De l’autre côté » d’Angèle Paoli par Martine Cros
    Cahiers de respiration de Cristina Isabel de Melo par Sylvie Durbec

    Voix du monde

    - Poésie Croate
    Aperçu sur la poésie de 4 poètes croate publié par l’Ollave
    La poésie contemporaine croate
    - Poésie roumaine
    Lia Faur
    Paul Gorban
    - Matthieu Gosztola traduit en hongrois

    Bonnes maisons
    Cousu main
    Editions L’Ollave

    Paysages

    Samuel Buckman
    Marcher les jours : un échange de lettres. Christine Delbecq
    Marie Ginet
    Philippe Jaffeux

    Bonnes feuilles

    Hep ! Lectures fraîches ! par Cécile Guivarch
    Lus et approuvés, par Valérie Canat de Chizy
    36 choses à faire avant de mourir, pré#carré, par Cécile Guivarch
    Notes de lecture de Bruno Normand
    Entre silence et écoute, Michèle Schneeberger, par Ghislaine Lejard

    Quelques suggestions de livres reçus dernièrement par Terre à Ciel :

    • normale saisonnière, Sofia Queiros, éditions isabelle sauvage
    • traverses, Lou Raoul, éditions isabelle sauvage
    • Ombre monde, Roselyne Sibille, éditions Moires
    • Le monde d’Emile, Christophe Jubien, Corps Puce
    • la flûte de jade, Franz Toussaint, pré#carré
    • Chemins d’errance, Joseph Pacini, La Porte
    • Il y a ici le vent, Jean-Baptiste Pedini, La Porte
    • Scarabée en attente, Françoise Hàn, La Porte
    • Contes de Nod, David Giannoni, maelström
    • Les phrases de la mâcheuse, Soline de Laveleye, maelström
    • Les aventures de Mordicus, Paul Emond, maelström
    • Sibérie noire, Thierry Van Roy, maelström
    • Métamorphose du chemin, Hervé Martin, Eclats d’encre
    • Le chasseur immobile, Fabrice Farre, Editions Le Citron Gare
    • La part des nuages, Thomas Vinau, Alma éditeur
    • petits poèmes - diversement appréciables mais néanmoins écrits avec grande attention, Olivier Bastide, Cardère
     
    © Terre à ciel — 2014
  • J'ai terminé dans mon bain:Stefan Zweig L’Européen(commencé le 7)

    Viennois jusqu’à l’extrême, européen convaincu, Stefan Zweig n’est pas que l’auteur mondialement adulé de nouvelles comme Le joueur d’échecs. Ami de Sigmund Freud, de Romain Rolland, de Jules Romains, d’Arthur Schnitzler, de Joseph Roth, il fut aussi un homme s’interrogeant sur le poids de l’écrivain face au fracas de l’Histoire. À travers une sélection de textes, de lettres, d’analyses, de réflexions, Le Monde vous propose de mieux comprendre Stefan Zweig, l’un des plus grands écrivains de sa génération, qui prit la mesure des périls à venir.

    Portrait
    Que pèse la vie d’un homme, fut-il écrivain, face au grand fracas de l’Histoire ? Auteur adulé, Européen convaincu, Stefan Zweig est aussi un homme toujours enproie au doute, juif presque malgré lui face au déclin de l’Empire austro-hongroiset à la montée du nazisme. Pour Laurent Seksik, auteur des Derniers Jours de Stefan Zweig, il a, plus qu’aucun artiste de sa génération, incarné l’esprit d’un monde confronté à sa perte. Et qu’il choisit volontairement de quitter, un jour de 1942.

    L’œuvre 
    Ses nouvelles, de Lettre d’une inconnue au Joueur d’échecs, en passant par Vingt-quatre heures de la vie d’une femme et La Confusion des sentiments, lui ont valu une gloire mondiale. Homme de lettres passionné par l’acte créatif, Zweig considérait pourtant le genre comme mineur et regretta toute sa vie de n’avoir pas produit de roman digne de Balzac. Il écrivit pourtant Le Monde d’hier, l’un des ouvrages majeurs du début du XXe siècle, témoignage désespéré sur la fin d’une époque.

    L’entretien 
    Expert en littératures germaniques, Jean-Yves Masson revient pour Josyane Savigneau sur le paradoxe Stefan Zweig, auteur à succès de son vivant, mais pourtant mésestimé, comme « victime de son trop grand succès ». Une image d’infériorité entretenue par l’écrivain luimême, malgré sa « capacité rare à entrer dans les méandres de la conscience humaine ».

    Débats et hommages 
    Si son œuvre fut peu contestée, ses prises de position, ou plutôt son choix délibéré de ne pas prendre position contre le nazisme, malgré ses fermes convictions pacifistes et européennes, suscitèrent l’incompréhension, y compris parmi ses admirateurs, comme Klaus Mann, et amis, dont Joseph Roth. Son suicide même lui valut des critiques acides… En contrepoint, les hommages de Romain Rolland, Klaus Mann, Franz Werfel, PierreMichon et Olivier Philipponnat.

    Et aussi : chronologie, portfolio, lexique, bibliographie.

    Date de parution : avril 2017.

    http://boutique.lemonde.fr/catalog/product/view/id/14361/s/stefan-zweig/category/52/

  • artpress I mai-juin 2020

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    Sans doute avez-vous besoin de grand air ? Ouvrez vite ce nouveau, et gros, numéro à la page 40 pour découvrir comment Katharina Grosse s’empare d’une plage comme d’une toile pour y déployer ses couleurs. L’artiste expose au Hamburger Bahnhof à Berlin et répond aux questions de Richard Leydier. Plutôt envie de vous évader ? En attendant de pouvoir à nouveau traverser les frontières, suivez le guide Laurent Perez qui a visité l’exposition que l’Ivam de Valence a consacrée à l’Orientalisme.

    Mais il est temps, pensez-vous, d’imaginer le monde futur : quelqu’un s’est attelé à la tâche, le grand Rem Koolhaas. Christophe Catsaros a visité son exposition Countryside, the Future au Guggenheim Museum à New York, juste avant sa fermeture pour cause de pandémie. Lisez son article, à défaut de pouvoir visiter bientôt l’exposition.

    Le temps du confinement vous a aussi donné le goût de réviser les classiques. Anne Bertrand vous fait découvrir une étrange "peinture" à l’origine de l’œuvre du sculpteur Robert Gober ; Erik Verhagen analyse Scatter Piece, œuvre fondamentale de Robert Morris, à l’occasion de la grande exposition consacrée au maître du minimalisme (Mudam Luxembourg et musée d’art moderne et contemporain de Saint-Étienne) ; Paul Ardenne invite à revisiter l’œuvre de Christian Jaccard, dont la donation au Centre Pompidou-Paris fait l’objet d’une présentation spéciale. Enfin, et en attendant Yves Klein et ses contemporains à Pompidou-Metz, découvrez, grâce à l’article de Mattijs Visser, que tout n’allait pas de soi entre Yves Klein, les groupes Gutaï et Zero, et Allan Kaprow…

    Ce numéro vous propose aussi du costaud, un épais dossier sur les gestes d’écritures entre littérature, art et performance ; de l’inattendu, la photographie envisagée à partir du sens olfactif, plus d’interviews, Ed AtkinsGeoff McFetridge, d’œuvres singulières à découvrir, celles de Leopold Rabus, d’Eugénie Paultre, et des chroniques qui envisagent utilement les possibilités aujourd’hui offertes aux "travailleurs" de l’image (Étienne Hatt) et aux artistes grâce aux résidences (Catherine Francblin). Et comme il n’y a pas de raison de ne plus aimer dans le monde d’après ce qu’on aimait dans le monde d’avant, nous vous parlons aussi de foot, et encore de Franz Kafka

    Bref, nous nous sommes mis en quatre pour réaliser ce numéro double, rendu nécessaire par le suspens de l’activité culturelle et les difficultés de distribution. Dépêchez-vous de le lire, le numéro de juillet-août paraît le 22 juin…

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  • Les ballerines Repetto accélèrent le pas en Asie

    Home ECONOMIE Entrepreneurs
      • Par Anais Mustiere
      • Mis à jourle 26/08/2013 à 12:28
      • Publiéle 26/08/2013 à 07:45
     

    Crédits photo : IBO/SIPA/SIPA

    VIDÉO - Jean-Marc Gaucher, PDG de Repetto, est l'invité de l'émission LCI-Le Figaro, Impressions d'entrepreneurs, en partenariat avec HP.

    «Je voulais faire une marque mondiale, je voulais développer des produits exclusifs et positionner la marque dans l'univers du luxe, je voulais également que la marque Repetto résonne dans la tête des petites filles et des professionnels de la danse.» Telles sont les ambitions affichées par Jean-Marc Gaucher en 1999 lorsqu'il reprend l'entreprise, alors au bord de la faillite. Aujourd'hui détenteur à 100 % de la célèbre marque de chaussons de danse, l'entrepreneur affiche un chiffre d'affaires de 60 millions d'euros et emploie 340 salariés.

    La clé de cette dynamique? Le renouvellement de la collection. «Vous pouvez venir tous les deux mois en boutique, il y aura toujours de la nouveauté», explique le dirigeant. La réduction des coûts étant un enjeu majeur, Jean-Marc Gaucher a choisi de ne pas obéir au diktat du marché de la chaussure haut de gamme.

    «À la différence des autres grandes marques de luxe tricolores, j'ai segmenté mes collections en six au lieu de deux, cela permet de lisser la production et donc d'éviter le chômage technique des collaborateurs, de limiter les stocks et ainsi de freiner l'augmentation des charges fixes», ajoute cet ancien preneur de son de TF1.

    Objectif: ouvrir en Chine, Malaisie et Indonésie

    Jean-Marc Gaucher, dont la société réalise plus de 50 % de son chiffre d'affaires à l'export, est plus que jamais décidé à conquérir de nouveaux marchés. «J'étais dans le métro londonien, j'ai vu deux grandes marques qui s'associaient, Sony et Ericsson, raconte-t-il. J'ai décidé de faire la même chose avec Issey Miyake, qui distribue la marque Repetto à travers le monde.» Ce partenariat a marqué les débuts de Repetto en dehors de l'Hexagone. Déjà présent dans 45 boutiques à l'international, installé depuis sept ans au Japon (une quinzaine d'unités), Repetto s'offre un rayonnement encore plus grand. Shanghaï en septembre, des projets d'ouvertures en Malaisie et en Indonésie, le PDG s'attaque désormais aux marchés partout en Asie.

    Depuis cinq ans, Repetto produit des ballerines sur mesure pour les danseurs professionnels et chausse les plus grandes pointures de la danse au Royal Ballet, au Bolchoï et au San Francisco Ballet. Toutes ces ballerines sont fabriquées au cœur de la Dordogne, où Repetto a conservé un savoir-faire unique de fabrication.

    Après sa diversification dans la maroquinerie (2011) et le prêt-à-porter (décembre 2012), Repetto a lancé en juillet son premier parfum. «Notre objectif est d'être l'un des cinq premiers lancements de parfum de l'année. Nous voulons devenir un acteur majeur du parfum et nous imposer encore plus comme une marque de luxe», assure le président de Repetto.

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      Les ballerines Repetto accélèrent le pas en Asie

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  • Mormeck face à Haye, un choc au sommet

    8e0f97dff39609fba25a42046a6a1c14.jpg Blaise de Chabalier 10/11/2007 | Mise à jour : 23:22 Les deux boxeurs à la pesée, hier soir. En affrontant Haye (avec le chapeau), qui a mis K.-O. 18 des 19 adversaires qu’il a battus, Mormeck n’a pas choisi la facilité. Le Français Jean-Marc Mormeck remet en jeu ses ceintures WBA et WBC des lourds légers, samedi soir face au Britannique David Haye. Suspense avant le championnat du monde des lourds légers qui opposera, ce soir à Levallois-Perret, Jean-Marc Mormeck à David Haye. Qui du Français de 35 ans, champion WBA et WBC, ou de l’Anglais David Haye, étoile montante de 27 ans, l’emportera ce soir dans un Palais des sports Marcel-Cerdan plein à craquer ? Si le Guadeloupéen a engrangé un maximum de confiance en reprenant ses ceintures en mars dernier au Jamaïquain O’Neil Bell, le Britannique au visage sympathique n’en est pas moins un redoutable puncheur. Sur ses 19 victoires en 20 combats, il a mis 18 fois ses adversaires K.-O. … Dans ce match qui devrait démarrer vite et fort entre deux hommes qui vont de l’avant, difficile de donner un favori. «Ce sera un combat dur pour lui comme pour moi. Je suis motivé, j’ai repris mes ceintures et je tiens à les conserver», déclarait Jean-Marc Mormeck mercredi lors de la conférence de presse d’avant-match, qui se tenait dans un climat particulièrement détendu, presque amical. Le Français affichait une belle détermination : «Il est prêt et moi aussi. Je me sens fort, plus fort que contre Bell, et quoi qu’il arrive j’assumerai comme je l’ai toujours fait», poursuivait le champion d’expérience (36 combats, 33 victoires) qui soulignait ensuite qu’il avait progressé depuis sa revanche victorieuse mais difficile face à O’Neil Bell. «Face à Bell, j’avais terminé à l’agonie, mais depuis j’ai beaucoup travaillé. J’ai notamment engagé de nouveau mon préparateur physique qui était absent lors de mon dernier match. Aujourd’hui, je pense que je peux tenir largement les 12 rounds.» Pour tenir la distance, le Guadeloupéen pourra compter sur sa préparation particulièrement poussée de sept semaines, dont deux en altitude à l’Alpe-d’Huez, et sur les conseils techniques de son coach américain Richie Giachetti, bien remis d’une attaque cardio-vasculaire survenue le 18 octobre dernier. «Je vais sortir comme une bombe dès le premier round» De son côté, David Haye, tout sourire, avec ses cheveux soigneusement tressés, se montrait particulièrement respectueux vis-à-vis de son adversaire. «J’ai commencé à boxer à l’âge de 10 ans, et quand Mormeck a remporté son premier titre mondial (en 2002), j’étais encore amateur… c’est un grand champion, il est le numéro un et moi le numéro deux. Le match va être dur, nous avons la même façon de combattre. Mormeck est rapide, en forme. Mais je vais sortir comme une bombe dès le premier round… Je suis en forme et je n’aurai pas d’excuse si je ne gagne pas », confiait le Britannique qui est un poids lourd naturel. «J’ai perdu 15 kg pour atteindre les 90 kg requis », précisait-il. «Je vais devoir m’adapter, la clé pour moi sera de m’imposer, que ce soit physiquement ou techniquement», glissait Jean-Marc Mormeck. L’Antillais devra notamment se méfier du direct du droit de son challenger officiel. «Quand je frappe du droit, une sensation de chaleur m’envahit, c’est le don que Dieu m’a offert…», expliquait David Haye. Pas de quoi, toutefois, impressionner le champion du monde : «J’ai les ceintures et je ne vois pas pourquoi il serait plus fort que moi. Avec David, on ne se connaît pas encore, mais on va se découvrir…» Interrogés sur le calme affiché avant le match, à la différence de l’agressivité qui avait entouré la revanche face à Bell, Jean-Marc Mormeck soulignait que «B ell n’était pas un gentleman», et qu’avec Haye les choses sont différentes : «Nous sommes là pour un combat sur le ring, mais pas pou r nous faire la guerre en dehors. » Une position partagée par le Britannique, qui ajoutait, non sans humour : «Si vous voulez, je peux renverser la t able, mais ce n’est pas mon style…» Reste à laisser parler les poings. Et si les sites de paris sportifs sur Internet du Royaume-Uni donnent l’Anglais vainqueur, Jean-Marc Mormeck fera parler son expérience. Le combat devrait être palpitant. http://www.lefigaro.fr/sport/2007/11/10/02001-20071110ARTFIG00215-mormeck-face-a-haye-un-choc-au-sommet.php

  • Emplois aidés : pourquoi on va dans le mur. Les graphiques de Vittori # 33

    Par Jean-Marc Vittori / Christophe Vincenzi | 30/01 | 13:09
     

    C'est l'arme secrète du gouvernement pour faire baisser la courbe du chômage. Le graphique de cette semaine nous montre que les emplois aidés ont souvent été utilisés en France par la gauche, comme par la droite, mais dans un but précis

    .

     
  • Les impressionistes que vous n'avez jamais vus

    Au sommaire de ce numéro:

     

     

    • Portfolio : Moulin met le sostume en scène
    • L'évènement : La révolution Malévitch
    • Visite d'atelier : Le mystère Bill Viola
    • Collection privée: L'Art Déco de maïtre Marcilhac
    • L'Oeil de... : Passions privées à Marmottan
    • Architecture: Marc Barani, au-delà de l'architecture
    • Photographie : quand les paparazzi inspirent les créateurs
    • Style : Les secrets d'âlcoves des Fêtes galantes
    • Civilisation : Auguste et le pouvoir par les arts
    • Nouveau Talent : Rera/ Amélie Chassary & Lucie Belarbi / Thierry Dreyfus
    • Marché de l'art

    http://boutique.connaissancedesarts.com/offres/2618

  • Erdogan se déchaîne contre la justice

     

    Cerné par des scandales de corruption, le Premier ministre turc part en croisade contre l’appareil judiciaire noyauté par la confrérie Gülen.

    Par Ragip Duran
    • 21:06

      Repères : Turquie/Corruption

      40% C’est la part des électeurs turcs prêts à voter pour l’AKP, qui reste de loin la plus importante force politique du pays, selon plusieurs sondages. «Des...

    • 21:06

      Le «modèle turc» bien cabossé

      Echecs diplomatiques, fragilité économique, affaires de corruption… Le parti islamiste de l’AKP n’est plus un exemple pour les pays voisins.

      Par Marc Semo

    http://www.liberation.fr/recherche/?q=erdogan

  • Impôt sur le revenu : combien vont vraiment payer les Français ?

    Home MON FIGARO Mon Figaro

    Les paroles s'envolent, les écrits restent. Ce vieil adage latin résume la mésaventure que les contribuables français sont en train de vivre. «À revenu constant, neuf Français sur dix ne seront pas concernés par les augmentations de fiscalité», leur avait promis Jean-Marc Ayrault le 27 septembre 2012 en présentant le projet de budget 2013, lors de l'émission de France 2 «Des paroles et des actes».

  • Apprentissage

    Les chambres de métiers menacent de licencier

    l'apprentissage[...]à l'apprentissage

    Apprentissage : le gouvernement recule au bout de 24 heures

    l' apprentissage[...]l'élan en faveur de l'apprentissage[...]en faveur de l'apprentissage[...]bel et bien la suppression de l'aide à l'apprentissage[...]l'efficience du contrat d'apprentissage[...]touché par la crise, l'apprentissage[...]Outre-Rhin, l'apprentissage[...]nécessaire Deuxièmement, l'apprentissage[...]en ...

  • Masurovsky : «L'affaire Gurlitt prouve l'opacité du monde de l'art»

    Home MON FIGARO Mon Figaro

    Chercheur associé au Musée de l'Holocauste à Washington, l'Américain Marc Masurovsky travaille sur les œuvres d'art spoliées aux Juifs et a cofondé le Holocaust Art Restitution Project. Il replonge dans les méandres de l'affaire Gurlitt, cette collection de près de 1500 tableaux disparus depuis la guerre et qui a refait surface dans un appartement munichois où vivait, reclus, Cornelius Gurlitt, le fils d'un marchand d'art ayant prospéré sous les nazis.

  • Comme un barbare

    medium_chagall.4.jpghttp://www.michelfillion.com

     

    Là où se pressent des maisons courbées
    Là où monte le chemin du cimetière
    Là où coule un fleuve élargi
    Là j’ai rêvé ma vie

    La nuit, il vole un ange dans le ciel
    Un éclair blanc sur les toits
    Il me prédit une longue, longue route
    Il lancera mon nom au-dessus des maisons

    Mon peuple, c’est pour toi que j’ai chanté
    Qui sait si ce chant te plaît
    Une voix sort de mes poumons
    Toute chagrin et fatigue

    C’est d’après toi que je peins
    Fleurs, forêts, gens et maisons
    Comme un barbare je colore ta face
    Nuit et jour je te bénis

    Marc Chagall (1930-1935), Poèmes, Cramer éditeur, Genève, 1975.

    http://www.ulg.ac.be/chagall/peda/poemes.html

  • ENQUÊTE. SNCF : le dernier combat de Didier Le Reste

     

    Aveuglé par son antagonisme avec SUD et par son contentieux personnel avec Guillaume Pepy, Didier Le Reste s'est lancé dans une bataille quasi perdue d'avance.

     Le successeur devrait être connu début mai    

     SNCF : trafic normal sur la quasi totalité des lignes ce jeudi    

     VIDEO Les dessous du conflit à la SNCF    

     BLOG (Jean-Marc Vittori) Le virage de la SNCF 

    http://www.lesechos.fr/info/france/020483850600-sncf-le-dernier-combat-de-didier-le-reste.htm

  • Vengeance à la pita gore

    Monde 28/10/2010 à 00h00

    Vengeance à la pita gore

    Critique

    Le commissaire grec Costas Charitos est lancé sur la piste d’une vieille empoisonneuse

     

    Par MARC SEMO

    Ce n’est pas un «privé» mais un flic. Le commissaire Costas Charitos n’en a pas moins la lucidité désabusée d’un Philip Marlowe et la passion gourmande d’un Pepe Carvalho. Mais c’est aussi un petit-bourgeois typiquement athénien avec une femme impossible, et des soucis avec sa
  • Je viens de lire Poésie 1 numéro 51 de l'hiver 2007-2008

    C'est une revue trimestrielle d'information et d'expression poétique dont le dossier/enquête portait cette fois sur: Pourquoi la poésie? Pourquoi des poètes?Il est présenté par Jean-Marc Debenedetti, introduisant les réponses au questionnaire envoyé par la revue(moins d'un tiers de réponses sur 150 questionnaires envoyés). Ceux qui ont répondu ne sont pas tous des poètes.Dans ce numéro, il y aussi un éditorial de Bernard Lefort qui s'est entretenu avec Jean Orizt, l'un des fondateurs de la revue..Il y a encore un florilège des poètes et de la poésie, les inédits de Poésie 1, des chroniques, la revue des revues,des propositions et des compte-rendus de lecture.J'espère pouvoir me procurer le numéro de printemps car je n'ai pas vu cette revue ici.

  • Fête des Lumières à Lyon 2009-3

    Fete-lumieres-Respirations_MarcDumas_SaintNizier_Lyon.jpg

    Nous avons vu aussi:

    Eglise Saint-Nizier - DR Respirations, Marc Dumas

    La mise en lumière de l’église va cette année jouer sur des mouvements optiques pour morceler et recomposer l’église à la manière de respirations. Ce sera donc, comme souvent ici, un spectacle calme, sans effets spectaculaires, faisant appel à une certaine forme de paix intérieure, en phase avec la vocation de ce bâtiment.

     mais comme mes photos étaient floues, j'ai trouvé cette photo et sa description:

    http://www.lyon-visite.info/fete-des-lumieres-2009-terreaux-bellecour-croix-rousse/

    A voir aussi:

    http://vachonphoto.canalblog.com/archives/fetes_des_lumieres_a_lyon__2009_/index.html

  • Chagall de la poésie à la peinture

    Marc Chagall, Le cirque bleu, 1950-1952 _ Photo RMN-Grand Palais (musee Marc Chagall) Gerard Blot ® Marc Chagall ® Adagp, Paris 2016

     

     
     
        • Chagall

        • de la poésie à la peinture

            • « Une nouvelle vision sur l’œuvre de Marc Chagall,  un nouveau regard sur la poésie et la peinture.  Paris, Nice, Roubaix... jamais Chagall n’avait été offert  à la vue du grand public dans le Grand Ouest français.  C’est le rendez-vous que nous donnons cet été à Landerneau, grâce à l’engagement de Jean-Louis Prat, commissaire de l’exposition. Avec lui, invitation est faite  au FHEL, à redécouvrir cette œuvre emblématique. »


              Michel-Édouard Leclerc

               

              « Peindre. Un homme a passé sa vie à peindre. Et quand je dis sa vie entendez bien. Le reste est gesticulation. Peindre est sa vie. Que peint-il ? Des fruits, des fleurs, l’entrée d’un roi dans une ville ? Tout ce qui s’explique est autre chose que la vie. Que sa vie. Sa vie est peindre. Inexplicablement. » écrit le poète Louis Aragon. Lorsque Marc Chagall disparaît le 28 mars 1985, la reconnaissance de son œuvre est universelle. Peu de personnes cependant ont en mémoire les liens indéfectibles qu’il a toujours entretenus avec la poésie, en écrivant lui-même, gravant ou peignant au contact des écrivains et poètes de son temps. Sur les chemins de la poésie et dans ce « grand jeu de la couleur » dont a parlé son ami André Malraux, il aura forgé une œuvre atypique, intense et généreuse.


              L’exposition, présentée au Fonds Hélène & Édouard Leclerc pour la Culture, réunit des œuvres majeures provenant de musées internationaux et de collections privées. Ces œuvres illustrent le thème de la Bible et les événements qui ont marqué la vie de Chagall : la révolution, la guerre, l’exil… ainsi que des textes essentiels du passé qui lui ont servi d’appui pour de grands livres illustrés : Jean de La Fontaine, Gogol... Des écrivains ou poètes dont Chagall fut l’ami proche, Blaise Cendrars, Guillaume Apollinaire, André Malraux, Louis Aragon,… disent également d’autres rencontres d’exception qu’il fit en son temps.
              Près de 300 œuvres sont réunies à Landerneau et illustrent  ce parcours hors norme de Marc Chagall qui a traversé le 20e siècle et laisse une œuvre présente sur tous les continents et qui nous livre à l’infini un message de liberté.

               

              Commissariat artistique Jean-Louis Prat

              En collaboration avec le Comité Marc Chagall et Meret Meyer

              http://www.fonds-culturel-leclerc.fr/En-cours-Chagall-642-11-0-0.html

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